COVID-19 and the construction of collective trauma through photographs and social media

Abstract

The reactions to the SARS-CoV-2 pandemic have constituted, and continue to constitute, a real collective
trauma. The sense of insecurity, new difficulties in the management of daily life and social relations, and sudden
organizational changes in the world of work are just some of the factors that have had a strong impact on the lives of
people around the world and have contributed to the construction of collective trauma. The events were extensively
reported, in different ways and through different media. The images, especially photographs, represented an inexhaustible
source of narration. Projected on television, printed in newspapers and magazines, and published through digital social
media, they became part of our daily life, especially during the pandemic, and despite all the intrinsic limitations linked
to photographic language they have become the main means of storytelling. This article reports some of the best-known
photographs that have circulated on social media and in print and which have in some way fixed crucial points in the
narrative of the pandemic, while at the same time generating collective trauma.

Le reazioni alla pandemia da SARS-CoV-2 hanno costituito, e continuano a costituire, un vero e proprio
trauma collettivo. Il senso di insicurezza, le nuove difficoltà nella gestione della vita quotidiana e delle relazioni sociali,
i repentini cambiamenti organizzativi nel mondo del lavoro rappresentano solo alcuni dei fattori che hanno avuto un forte
impatto nella vita delle persone in tutto il mondo e hanno contribuito alla costruzione del trauma collettivo. Gli eventi
sono stati ampiamente raccontati, in diversi modi e attraverso diversi mezzi. Le immagini, in particolare le fotografie,
hanno rappresentato una fonte inesauribile di narrazione. Proiettate in televisione, stampate su giornali e riviste, pubblicate
attraverso i social media digitali sono entrate a far parte del nostro quotidiano soprattutto durante la pandemia e nonostante
tutti i limiti intrinseci legati al linguaggio fotografico sono diventate il principale mezzo di narrazione. In questo articolo
vengono riportate alcune delle fotografie più note che sono circolate sui social media e sulla carta stampata e che hanno
in qualche modo fissato dei punti cruciali nella narrazione della pandemia ma al contempo generando il trauma collettivo